Terminale inventario
- 24 Luglio 2020
Sappiamo tutti cos’è un inventario, per definizione l’inventario è la rilevazione, enumerazione e descrizione di singoli oggetti, documenti o beni esistenti in un momento determinato in un dato luogo.
Per compiere tale operazione dobbiamo necessariamente codificare tutti i beni da inventariare, normalmente la marcazione dei beni (cespiti) avviene con l’applicazione di un’etichetta adesiva contenente i dati o un codice che identifica quel cespite. Per effettuare l’inventario è necessario raccogliere tutti questi dati nel minor tempo possibile senza movimentare i cespiti.
Ecco questo è il fulcro di tutto
- precisione
- tempi
Quanto preciso è l’inventario tanto è precisa la sua valorizzazione, quanto è breve il tempo di raccolta, tanto è minore il tempo in cui l’attività rimarrà ferma e non operativa. Se per la marcazione e la lettura dei dati usiamo una tecnologia di raccolta dati automatica, riusciamo ad ottenere un’altissima precisione con tempi veloci. Ipotizzando quindi di applicare l’etichetta adesiva con la stampa dei dati con un codice a barre e/o scrittura RFID, allora possiamo usare per la raccolta dati un terminale o lettore di codici a barre/RFID.
Questi strumenti leggono il codice a barre quindi permettono un input di informazioni che vengono decodificate e tradotte in lettere e/o numeri. Questi numeri e/o lettere corrispondono a tutte le informazioni contenute nel codice a barre. I dati decodificati vengono poi tradotti dal software specifico che fornirà tutte le informazioni del caso: nome articolo, locazione articolo colore, taglia, se parliamo, ad esempio, di un capo di abbigliamento.
I terminali barcode possono essere classificati in:
- terminali palmari: brandeggiabili, wireless
- computer veicolari: utilizzati per lo più nella logistica vengono solitamente fissati al mezzo di trasporto (ad esempio il muletto)
- terminali indossabili: comodi e versatili, possono essere agganciati al braccio
- terminali per il freddo: riescono a scannerizzare codici anche in presenza di temperature estreme
- tablet industriali: cosiddetti rugged, caratterizzati da una grande resistenza anticaduta e utilizzati in ambienti ostili.
Quando i nostri clienti ci chiedono una mano per sviluppare l’inventario, sono tanti i quesiti che vanno sviscerati per capire la metodologia e la tecnologia da utilizzare.
Iniziamo con la tecnologia, le possibilità in linea generale possono essere divise in due tipologie:
- utilizzo del barcode stampato su etichette
- utilizzo del sistema RFID scritto su etichette
Nel primo caso, i cespiti, ossia i beni da inventariare, vengono etichettati con un codice a barre specifico, su questo codice possono essere inserite tutte le informazioni necessarie ad esempio: luogo in cui si trova l’oggetto, data in cui l’oggetto è stato acquistato, caratteristiche proprie dell’oggetto, valore economico e così via. In base alle necessità del cliente, ma soprattutto all’obiettivo dell’inventario, possono essere aggiunte le più svariate informazioni.
Nel secondo caso vale tutto ciò che è stato descritto fin’ ora, ma c’è da aggiungere una cosa, la differenza tra la modalità di lettura di un codice a barre rispetto ad un RFID.
Per maggiore chiarezza specifichiamo cos’è l’RFID su questo articolo. Grazie all’uso della radiofrequenza è possibile rilevare un cespite, senza dover necessariamente avvicinarsi con il terminale. Questa possibilità cambia di molto il risultato dell’inventario, soprattutto in quei casi in cui si ricerca un bene smarrito, oppure messo in una posizione difficile da raggiungere.
Per farvi un esempio concreto, vogliamo raccontarvi un’esperienza che può mostrare nella pratica come è stato utile l’uso dell’RFID per l’inventario. Si tratta di un lavoro svolto per una pubblica amministrazione, dove la necessità era di inventariare tutti i faldoni presenti in archivio, contenenti documenti che se smarriti, avrebbero prodotto un danno inestimabile. In questo caso la soluzione proposta è stata quella di utilizzare etichette RFID. Per quale motivo? L’uso di questo sistema permette di inventariare i cespiti in maniera precisa e veloce e come effetto secondario può risolvere problematiche come raccontiamo nell’esempio seguente. Poniamo il caso in cui un faldone va a finire dietro agli altri, quindi risulta visibile e non è individuabile con un terminale e un’etichetta barcode, perchè è necessario, appunto, individuare l’oggetto. Grazie all’antenna contenuta nell’etichetta RFID, il bene può essere rintracciato semplicemente entrando nella stanza e passando velocemente vicino a tutti i faldoni.
Questo è uno dei tanti esempi che possiamo farvi, la cosa importante è tenere a mente che in base alle informazioni che si desiderano raccogliere, il tipo di cespite da inventariare, il luogo in cui si trovano gli oggetti, che tipo di oggetti sono, possono essere prese delle scelte diverse.
Stampante a trasferimento termico
Creare etichette con codice a barre con Bartender
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